Omelia (06-02-2009)
Paolo Curtaz


È inquieto, Erode. Lui non ne sa molto di fede e di devozioni, di santoni e di profeti. Si è anche divertito, per un periodo, assecondando la sua crisi mistica. Ma adesso basta, quel periodo è passato. Lo incuriosisce, però, questo Gesù di Nazareth e quello che si dice di lui. Ha addirittura paura che il Battista sia resuscitato. O forse quest'idea solletica il suo "ego" spirituale? Quante persone incontro come lui! Brava gente (quasi sempre) che confonde superstizione e fede, paranormale e cristianesimo, che corre per manifestare la sua devozione al santo famoso (ovviamente quello più originale!) e poi non va mai a messa. Brava gente, che legge sui rotocalchi pieni di pettegolezzo (sdoganato e ripulito col gossip), che rovinano reputazioni e buon nome e poi dedicano due pagine al miracolo di padre Pio. Gente così, insomma, mediocre anche nella fede, ottusa, che rifiuta di convertirsi. Ma Erode è anche peggio, perché, nel racconto del martirio di Giovanni, emerge tutta la sua fragilità e la sua avidezza. Piccolo uomo travolto da piccoli appetiti, lo ricordiamo, ironia di Dio, non per la sua potenza e il suo ruolo, ma per avere ucciso un oscuro profeta...