Omelia (07-02-2009)
Paolo Curtaz


Gesù si commuove, prova compassione, si preoccupa. È attento ai suoi, li vede stanchi, troppo stressati dalla dura vita che devono sopportare per stare dietro ai ritmi del Rabbì. Se ne preoccupa e vuole portarli con sé a riposarsi un poco, che bello! Così, amici, quando vedete vostra moglie troppo stanca fatele una sorpresa e portatela fuori a cena, o quando vi accorgete che il vostro anziano parroco vive solo come un barbone, attivate la comunità, affinché trovi una soluzione. Quando arrivano sul luogo del riposo, però, una folla attende Gesù. Gesù non si arrabbia, non stacca il cellulare, non si rende irreperibile: sa di quanto affetto necessitiamo noi uomini, sa di quanto bene abbiamo bisogno, e si mette da parte, ancora una volta. Non pensa alla sua stanchezza, ma al bene di chi ha di fronte, come vedo accadere, spesso, in qualche madre di famiglia, che non conta le sue ore di sonno, purché i suoi figli stiano bene, come vedo accadere, spesso, fra persone che si amano e che si mettono da parte perché l'altro possa tirare il fiato. Immenso Gesù, che non ti risparmi! Che noi discepoli, come l'infaticabile san Paolo, viviamo nella gioia di portare il tuo volto ad ogni uomo!