Omelia (09-02-2009)
Paolo Curtaz


Almeno la frangia del mantello, le persone vogliono toccare almeno la frangia del mantello del maestro Gesù. Davanti a questo gesto così semplice, pieno di ingenua devozione, che rasenta la superstizione, percepiamo la forza che emanava la persona di Gesù, il suo carisma assoluto, la sua autorevolezza. La folla lo vuole toccare, sfiorare, avvicinarsi fino a sentirne l'odore. E Gesù si lascia fare: solo chi ha fede attinge da lui una forza capace di guarire, come la donna emorroissa. Anche oggi il Signore si fa accanto ad ogni uomo, a noi, e ci sfiora con la sua presenza. Lo sguardo luminoso di un neonato, la bellezza radiosa di una persona sconosciuta che abbiano incontrato andando al lavoro, una mail da un amico, la Parola che abbiamo appena gustato: per chi ama tutto diventa segno della presenza del Maestro. Anche il suo silenzio. E ciascuno di noi può diventare la frangia del mantello del Signore Gesù per le persone che incontreremo, per coloro che incroceranno il nostro sguardo. Il Signore, oggi, si affida a noi, alle nostre poche parole, alle nostre fragili mani per raggiungere le persone che vivono nella solitudine e nel dolore. Siamo mantello del Signore per l'uomo affaticato e stanco.