Omelia (10-02-2009)
Paolo Curtaz


Gesù si comporta nei confronti delle tradizioni con fare a dir poco sconcertante e destabilizzante. I pii devoti di Israele, numerosi dopo l'avvenuta e attesissima ricostruzione del Tempio, sono turbati dal fatto che questo presunto Rabbì si comporti in maniera così disinvolta rispetto alle tante prescrizioni rituali. Capiamoci: Gesù non è venuto a cambiare un iota della Legge di Dio, non è un anarchico, come sembra, ma sa distinguere benissimo quelle che sono le (sane e sante) tradizioni degli uomini dai precetti di Dio. Gesù riconduce all'essenziale la Legge di Dio e smaschera l'ipocrisia nascosta dietro norme spacciate per divine e che, invece, nascondono una imponente quantità di ipocrisia. Il fatto di consacrare parte del proprio patrimonio al Tempio pur di non occuparsi dei genitori bisognosi, ad esempio, è duramente stigmatizzato da Gesù. L'amore è il nuovo metro della Legge, un amore adulto, maturo, esigente. San Paolo farà di questo tema uno dei punti centrali della sua predicazione, giungendo a definire una forma di schiavitù l'osservanza rituale della Legge. Se imparassimo anche noi a non nasconderci dietro le regole per scoprire quanto siamo liberi di amare!