Omelia (17-02-2009) |
Paolo Curtaz |
I farisei non capiscono Gesù chiedendogli un segno, ma, riguardo all'incomprensione, anche gli apostoli non scherzano... Gesù li ammonisce dicendo di non essere ipocriti come Erode (così si deduce dal parallelo di Lc 12,1) e questi si ingarbugliano in un discorso sul cibo e sui pani. Poveri apostoli! Non basta assistere ad un miracolo, anzi: al miracolo più eclatante di Gesù, per capirne il significato e il senso, non basta. I farisei chiedono un segno e non l'ottengono. L'ottengono, invece, gli apostoli che, però, si fermano solo al significato superficiale. Il più grande miracolo è la conversione del cuore e l'autenticità e i dodici dovranno passare attraverso il crogiuolo del fallimento e della croce per accorgersi di questa verità assoluta. Anche noi abbiamo scelto di seguire il Maestro, anche noi, credo, abbiamo assistito a dei miracoli interiori: restiamo vigilanti e umili, col cuore aperto e disponibile per potere capire che cosa vuole ancora dirci il Signore che è sempre un passo avanti a noi. San Paolo stesso, nella sua esperienza, dovrà passare dallo zelo fanatico del persecutore alla verità del Vangelo e dall'entusiasmo per l'annuncio alla battaglia contro i conservatori all'interno della Chiesa... |