Omelia (02-03-2009)
Paolo Curtaz


Eppure è chiaro, cavolo! Non è ambiguo o superficiale o interpretabile. Il vangelo è netto e tagliente riprendendo e amplificando all'estremo l'intuizione del Levitico: il nostro Dio si nasconde dietro al volto del povero, del miserrimo, del meschino. E tutte le nostre devozioni, le nostre penitenze, le nostre celebrazioni hanno l'unica finalità di imparare a riconoscere la tenerezza di Dio nel volto del fratello! E Gesù è duro: chiede di essere riconosciuto anche nel delinquente (non si dice se pentito o meno del proprio crimine!), di essere sfamato, consolato, abbracciato. Questo imperativo deve percorrere come una scossa ogni agire della Chiesa, ogni azione pastorale! Facciamo Quaresima per imparare a toglierci le maschere e riconoscere dietro il volto dell'uomo, di ogni uomo, il vero volto di Cristo. In paradiso ci sarà da divertirsi! Quante persone non credenti riconosceranno in Gesù il volto del fratello che hanno aiutato a trovare un posto di lavoro o un po' di pane! E quanti tra noi credenti dovranno ammettere di non avere capito nulla, celebrando il Dio della gloria nel canto e nella liturgia sfarzosa senza riconscerlo nel mendicante che abbiamo ignorato sui gradini del tempio...