Omelia (03-03-2009)
Paolo Curtaz


La quaresima è un tempo in cui seguire Gesù nel deserto interiore e lasciare che la nostra anima, infine, ci raggiunga. Ma, per farlo, abbiamo bisogno di recuperare lo spazio dell'interiorità, del silenzio, della preghiera. Gesù stesso, oggi, ci insegna a pregare senza sprecare parole, senza contrattare con un Dio sordo e insensibile, ma rivolgendoci ad un Padre che sa di cosa abbiamo bisogno. Forse è questa la ragione per cui la nostra preghiera, troppo spesso, non viene ascoltata: non è ad un Padre che ci rivolgiamo, ma a un despota, a un politico potente da convincere, a qualcuno da corrompere. Gesù, nella straordinaria preghiera del Padre nostro, ci insegna chi è Dio, un Padre che vuole il bene dei suoi figli, e chi siamo noi, dei fratelli a cui è affidato il mondo. Ci insegna cosa è necessario alla nostra vita (il pane senza accumulo), cosa ci rende liberi (il perdono), cosa dobbiamo temere (la parte oscura, il demonio). In questo tempo di desertificazione riprendiamo in mano la preghiera del Maestro, la più preziosa, riscopriamone il sapore, la forza devastante, l'audacia, la tenerezza. Nessuno, nella storia dell'umanità, ha mai osato dire tanto di Dio...