Omelia (04-03-2009) |
Paolo Curtaz |
La gente chiede un segno, allora come oggi. Hanno il Cristo di fronte e chiedono un ulteriore segno, come se non bastassero i segni che hanno avuto, i miracoli, le guarigioni, la tenerezza! Chiedono ancora segni, come facciamo noi oggi, che corriamo dietro ai veggenti di turno, che cerchiamo i santi che fanno prodigi strabilianti e non vediamo i tantissimi miracoli che capitano davanti ai nostri occhi! E il Signore, a loro e a noi, ancora dice di guardare alla predicazione dei profeti, come gli abitanti di Ninive, pagani e idolatri, violenti e senza scrupoli, seppero convertirsi alla predicazione del pavido Giona. Giona profeta da strapazzo, che fugge quando è chiamato da Dio, che sa bene cosa significa avere a che fare col Dio misterioso di Israele e se la batte a gambe. Poco importa se i profeti che ci stanno accanto sono fragili e deboli, come sperimenta bene san Paolo, la potenza di Dio, spesso, si manifesta pienamente nella debolezza degli uomini. L'acqua della sorgente giunge a noi limpida, anche se la fontana è arrugginita. Accogliamo, oggi, la Parola che viene dalla Bibbia, la Parola che ci giunge attraverso gli eventi. Ecco, ben più di Giona c'è qui! |