Omelia (06-03-2009)
Paolo Curtaz


La quaresima ci porta a conversione, a raggiungere l'essenzialità nella vita di fede, a superare la distanza (a volte un vero e proprio baratro!) fra quello che diciamo di credere e la nostra vita. È pieno il mondo di credenti che usano la propria fede come scudo, che tirano Dio per la giacchetta arrivando a giustificare ogni scempio possibile. Certo, nessuno di noi, oggi, si sognerebbe di combattere una guerra in nome di Dio, ma ho visto, ahimé, all'interno della Chiesa trasgredire i più elementari principi di giustizia umana in nome di un'ipotetica giustizia divina! Gesù è diretto e tagliente: la Parola che Dio ci dona è da prendere estremamente sul serio, da accogliere in tutta la sua destabilizzante provocazione. Non basta non uccidere o non rubare, il Signore ci chiede di avere un cuore largo, benevolo, senza confini, che sappia volare, che sappia stupirsi e stupire, che sappia perdonare, che si preoccupi, addirittura, del fratello che ce l'ha con te... Il principio dell'amore finisce col diventare principio assoluto, criterio di valutazione e di verità. Nella splendida pagina ai Corinzi san Paolo coglie questo aspetto totalizzante: la Legge, senza amore, senza carità, si spegne, si inaridisce. Quaresima è il tempo in cui re-imparare ad amare.