Omelia (10-03-2009) |
Paolo Curtaz |
Sorrido, ogni qualvolta leggo questo vangelo così scomodo. È onesto questo vangelo, autentico, nessuno di noi si sognerebbe di inventare un vangelo che ci giudica in maniera così assoluta. E, leggendo queste pagine, ripenso a quante volte, nella santa Chiesa di Dio, commettiamo gli stessi errori della classe sacerdotale dei tempi del Signore: imponiamo fardelli agli altri senza essere capaci di portarne il peso, amiamo i primi posti nelle piazze televisive, e ci facciamo chiamare "esperti". No, amici, no fratelli preti che avete una così grande responsabilità e un così grande dono da far maturare, no catechisti, no, voi che avete una qualche responsabilità all'interno della comunità: il Signore ci insegna a mettere lui al centro, e a vivere tutti sullo stesso piano. Certo, poi, alcuni fratelli hanno il dono di annunciare la Parola a tempo pieno e il compito di costruire comunità. Ma è un servizio quello che ci viene chiesto, un umile servizio che richiede una immensa umiltà e tanto sano realismo. Anche nell'apparenza, allora, stiamo più legati al vangelo che ci giudica continuamente, non sentiamoci migliori o più avanti solo perché abbiamo avuto l'immeritata grazia di conoscere il Signore! |