Omelia (17-03-2009)
Paolo Curtaz


Quanto è difficile perdonare! Il mondo lo considera un gesto di debolezza, noi, spesso, come un atto umiliante, che ci disonora. E, invece, il perdono cristiano è uno dei pilastri della nostra vita interiore. non perdoniamo gli altri perché ci sentiamo migliori, né lo facciamo pensando che l'altro cambi grazie al nostro perdono. A volte, addirittura, il perdono che usiamo ci viene rinfacciato, ci si ritorce contro. Perdoniamo perché noi abbiamo bisogno di farlo, perché vogliamo liberarci dal rancore. Il perdono è un gesto di volontà più che di emozione, può accadere, e accade, che anche dopo avere perdonato una persona che ci ha fatto molto male, "sentiamo" una fitta al cuore quando la incrociamo. E il perdono non è neppure un'amnesia, non si riesce a dimenticare, si sceglie di non pensarci, di affidare a Dio chi ci ha ferito brutalmente. Gesù svela a Pietro e a noi la ragione del perdono: siamo chiamati a perdonare perché perdonati, perché noi per primi abbiamo bisogno di essere perdonati. Perdoniamo perché figli di un Dio che ci usa misericordia senza misura, senza castigo. Proviamo, oggi, a vivere una giornata all'insegna del perdono dato e ricevuto.