Omelia (18-03-2009)
Paolo Curtaz


È possibile essere obbedienti e liberi nello stesso istante? Anarchici e fedelissimi? Gesù c'è riuscito. A volte interpretiamo il suo messaggio come un inno all'amore libero, al superamento totale della regola, alla frantumazione della gabbia in cui infiliamo Dio. Ed è vero, in parte. Ma, anche, Gesù ha vissuto come un devoto obbediente alle regole del proprio contesto religioso. Allora? La pagina di oggi ci illumina: Gesù chiede a tutti di rispettare la Rivelazione contenuta nella Legge del primo testamento, ma di riportarla alla sua origine. Gli uomini religiosi tendono ad interpretare la Parola di Dio e a mischiare le proprie opinioni con quelle di Dio. A volte, poi, spacciano le proprie idee come divine... Gesù spezza questo circolo vizioso, nella sua coraggiosa predicazione riporta la Legge alla propria origine, la rimette nel cuore di Dio, ne offre una corretta interpretazione. Gesù viene a difendere la Legge e a portarla a compimento. Perciò il discepolo, come ha saputo fare benissimo san Paolo, non si lega a nuovi lacci e lacciuoli, ma rispetta l'unica norma del vangelo, quella dell'amore a Dio e al prossimo, concretizzandola nel quotidiano. Riscopriamo lo splendore dell'obbedienza all'amore!