Omelia (27-03-2009) |
Paolo Curtaz |
Gesù è prudente, non cerca il martirio, va di nascosto a Gerusalemme, sapendo quanta tensione sta crescendo intorno a lui. Ormai la situazione gli sta sfuggendo di mano: all'inizio Gesù era un fenomeno "naif" da tenere sotto controllo, ora che la folla lo segue, è diventato un pericolo concreto per l'appena ricostruito potere religioso che cerca di stare in equilibrio in una situazione faticosa di occupazione straniera. Gesù cerca di fugare gli ultimi dubbi riguardanti la propria identità, spiega che l'idea di un Messia misterioso, è solo una delle interpretazioni del messianismo, e che egli è mandato dal Padre anche se proviene dalla Galilea. Gesù è disposto a morire pur di dire Dio, pur di manifestarne l'autentico volto, e questo gli crea non pochi problemi con quelli che credevano di possedere Dio. E di conservarlo. Anche san Paolo sperimenta la fatica di doversi difendere dalle accuse dei suoi fratelli di sangue, prima, e da quelli di fede, poi. Viviamo con prudenza, amici, ma anche con grande libertà interiore. Viviamo in tempi in cui dire Cristo con credibilità non è affatto scontato, dovendo barcamenarci tra un'esplicita ostilità da parte di un malsana logica mondana e una superficiale visione della fede. Diamo sempre testimonianza al Padre, con prudenza, con equilibrio, con amore. |