Omelia (28-03-2009)
Paolo Curtaz


Quella di oggi è una pagina cupa, a tinte fosche. Il dissidio concernente Gesù, ormai, è globale. Litigano le persone riguardo alla vera identità di Gesù, litiga il Sinedrio con le guardie mandate ad arrestarlo e che tornano quasi convertite, litigano i saggi del Sinedrio tra di loro per questioni procedurali (Povero Nicodemo! L'ideologia dimentica il buon senso!). Ognuno torna a casa propria, un muro di sospetto e indifferenza si è alzato fra le persone. Gesù scandalizza, inquieta, provoca, obbliga a schierarsi, è un mistero. Anche noi sperimentiamo che egli è venuto a portare il fuoco e la spada, anche noi sappiamo che accogliere Gesù senza parentesi significa pagare sulla propria pelle un esoso prezzo di coerenza. Guai ad un cristianesimo che anestetizza le coscienze, guai ad una visione della fede che non inquieta più, guai quando, anche nella Chiesa, si cerca il consenso bulgaro! Gesù è e resta mistero e se anche la Chiesa ha l'onore e l'onere di annunciarlo, non lo possiede mai completamente. Egli è l'irraggiungibile, il totalmente altro. Non possediamo Cristo, ne siamo posseduti, ne siamo affascinati, ne siamo testimoni. Non spaventiamoci, allora, se la nostra fede ci porta a fare delle scelte che gli altri giudicano pesantemente. Dio solo è il nostro giudice, come direbbe san Paolo.