Omelia (29-03-2009)
Paolo Curtaz


Di fronte alla libertà dell'uomo, Gesù resta spiazzato: il grande progetto di annuncio del Regno portato avanti con passione in tre anni si sta rivelando un fiasco. Che fare?

No, non se l'aspettavano un rabbì così, i greci. Forse si aspettavano un grande profeta o, meglio, un filosofo saggio disposto a condividere con loro la sua dottrina. Invece trovano un uomo turbato e dubbioso, che vede in quell'interessamento da parte dei pagani una specie di segnale, un'intuizione della propria fine. Tutto si sta compiendo, dunque, forse davvero sta per suonare l'ultima campana. Non è bastato quanto detto, né i segni, né il volto svelato del Padre. Tutto inutile: l'uomo non sembra in grado di cambiare, preferisce tenersi un Dio severo e scostante, un Dio da servire con sfarzose cerimonie e da corrompere con sacrifici. Che fare, ora? Arrendersi? Lasciar perdere, sparire? Abbandonare l'uomo al suo destino? Una scelta, l'ultima, assurda, paradossale, esiste: la sconfitta. Forse lasciarsi andare, forse consegnarsi, forse sparire, forse servirà a far capire che parlava sul serio. Forse. Come esserne certi? È in gioco la libertà degli uomini, non quella di Dio. Forse morire, come il chicco di frumento. Gesù accetta, rischia, si dona. Andrà fino in fondo, anche a costo di essere uno dei dimenticati della Storia.