Omelia (13-04-2009)
Paolo Curtaz


Figuriamoci se non dovevano intorbidire le acque già così torbide. Gesù è vivo? Andiamo, uomini del luminoso ventunesimo secolo, figli di Piero Angela, che andate massicciamente dai cartomanti e leggete l'oroscopo, ma considerate pie leggende tutto ciò che riguarda Dio! Gesù non è risorto! È solo un bel modo di dire che quel Gesù era proprio un tipo in gamba! Insomma: se volete smontare il cristianesimo, negate la resurrezione. Potete farlo, lo fanno in molti, lo hanno fatto un quarto d'ora dopo la sua resurrezione. Matteo, che scrive questa pagina forse trent'anni dopo gli eventi, dice che quella diceria si era diffusa fino a quei tempi. Tenerissimo, Matteo! La diceria si è diffusa fino ad oggi, e lo resterà nei secoli! Perché la resurrezione è questione di fede, non è evidente, mettiamocelo in testa. Se credete, credete alla testimonianza degli apostoli, delle donne, di chi c'era ed ha trovato una tomba vuota, nulla di più. Gesù è davvero risorto, che ce ne accorgiamo o no, che lo vogliamo o no, che lo crediamo o no. Il problema non è lui. Siamo noi, e la nostra poca fede. È un percorso, certo, e invito tutti voi a farlo. Ora abbiamo cinquanta giorni per spalancare il nostro cuore alla gioia, per convertirci, infine, alla resurrezione.