Omelia (17-04-2009) |
Paolo Curtaz |
L'ultima volta che Pietro aveva pescato, tre anni prima, era stato a Cafarnao, sul lago di Tiberiade (cfr. Lc. 5,2). Ora era tutto finito."Io vado a pescare", significa allora fine della parentesi, fine del bel periodo, fine dell'illusione. Delusi di tutto il mondo abbiamo un patrono! Scoraggiati e incostanti, Pietro ci guida. Sognatori bastonati, incapaci di spiccare il volo, impallinati come tordi il giorno di apertura della caccia, abbiamo un santo protettore. Gli altri gli dissero: "Noi veniamo con te". La depressione è sempre contagiosa, tutti abbiamo di che lamentarci. Che ridere: avrebbero di che gioire, potrebbero trascinarsi nella gioia, nel gruppo c'è anche il mitico Tommaso... invece no, è la tristezza che prevale, nessuno osa dire a Pietro di svegliarsi, nessuno osa scuoterlo. O forse no, è un immenso gesto d'amore quello dei suoi compagni che gli stanno accanto, nel silenzio e nell'amicizia. Forse Giovanni e gli altri vogliono stare vicini a Pietro, ora che la sua fede si è spenta. Quando vedete che la fede del vostro Pastore è spenta, quando vedete che la croce è diventata ingombrante nella vita del vostro prete, quando sentite la delusione nelle sue parole, la paura di avere sbagliato tutto, nel suo sguardo, stategli vicino, cercatori di Dio. |