Omelia (18-04-2009) |
Paolo Curtaz |
Questo finale del vangelo di Marco, ci dicono gli esegeti, è un'aggiunta posteriore della sua comunità, e si vede. È una specie di piccolo Bignami delle apparizioni del risorto. In verità, se leggete bene il suo vangelo, Marco conclude il suo racconto con le donne che fuggono dal sepolcro piene di paura, senza dire niente a nessuno. Evidentemente si devono essere ricredute, se oggi siamo qui a parlare di Gesù risorto! Il finale a sorpresa del vangelo di Marco può avere due spiegazioni: la prima è che la resurrezione di Gesù era il dato di partenza del racconto, coloro che ascoltavano sapevano benissimo che Gesù era risorto e il racconto serve proprio a spiegare chi era veramente colui che era risorto. La seconda spiegazione è legata alla necessità della fede per avvicinarsi alla resurrezione. Gesù risorto è un dato di fede, non della storia, non è dimostrabile, è un gesto di fiducia in coloro che lo hanno incontrato. Abituati come siamo a vivere legati all'evidenza, sembra dirci Marco, dobbiamo cambiare registro quando ci avviciniamo al Signore Gesù: egli è incontrabile solo in una dimensione di fiducia, in un gesto di abbandono totale. Noi, discepoli e cercatori di Dio, ci fidiamo delle parole dei testimoni del Risorto. |