Omelia (20-04-2009) |
Paolo Curtaz |
Nicodemo (e noi) è invitato a rinascere, a cambiare registro, a staccarsi da un ragionamento troppo carnale, troppo pesante, troppo rigido, per potere scoprire la novità che Dio gli riserva. È curioso, Nicodemo, anche se pavido: di notte va dal Maestro, per non perdere la propria reputazione di Maestro della Legge e fariseo. Quante persone conosco che si vergognano di cercare il Signore! Che si barricano dietro l'idea di un cristianesimo "politicamente corretto" per farsi accettare dagli altri! E Gesù lo accetta. E lo provoca, lo invita ad uscire fuori dalla sua ristrettezza mentale: come può immaginare di avere capito Dio? Dio è inafferrabile, anche se si comunica, le cose che non sappiamo di lui sperano enormemente ciò che di lui riusciamo a conoscere. Occorre rinascere, dall'alto. Partire dalla logica di Dio che Gesù è venuto a raccontare, non dai ragionamenti umani, anche se devoti e santi. Il vento soffia dove vuole, anima e rianima, dona vita alle ossa inaridite del popolo di Israele. E della Chiesa. Il tempo pasquale ci chiede un cambiamento radicale di vivere la fede, di affrontare le nostre certezze di fede. Il rischio è quello di ingessare Dio, di sapere tutto (o, perlomeno a sufficienza) per poter vivere una tranquilla (e noiosamente mortale) vita di fede... No, amici, lasciate Dio fare il suo mestiere... |