Omelia (21-04-2009) |
Paolo Curtaz |
Noi diamo retta a Gesù perché è il solo disceso dal cielo, è colui che proviene, cioè, dalla presenza stessa di Dio. Le sue riflessioni non sono frutto di ragionamento o di un'improbabile lettura di una rivelazione scritta, come è, invece, il caso del fariseo Nicodemo, ma di esperienza diretta. Gesù ci svela in maniera certa e definitiva il vero volto del Padre e di lui ci fidiamo. Possiamo entrare in sintonia con le parole del maestro solo se siamo uomini che si lasciano abitare dallo Spirito Santo, se siamo uomini spirituali. Gesù ha detto tutto, noi, invece, dobbiamo ancora capire molto. Personalmente, facendo esperienza di Dio (perché ogni uomo è reso capace di Dio, dice la Scrittura) e come Chiesa, cercando di entrare sempre più in profondità nel mistero che è Dio. Il tempo pasquale testimonia che non siamo qui a parlare del passato, ma del presente: se Gesù è risorto (vivo e presente in mezzo a noi) lo possiamo raggiungere qui e ora. Rinascere dall'alto, aprirsi alla novità dello Spirito, essere disposti a lasciarsi raggiungere dalla novità che proviene dalla rivelazione di Cristo sono i modi che abbiamo di diventare definitivamente discepoli. Ne sa qualcosa san Paolo, che lo Spirito ha portato su strade che egli mai avrebbe voluto o potuto percorrere... |