Omelia (23-04-2009) |
Paolo Curtaz |
Gesù proferisce le parole di Dio e dona lo Spirito senza misura. A conclusione del lungo colloquio notturno con Nicodemo, dottore della legge, dopo averlo invitato a superare i propri steccati mentali e a rinascere dall'alto, uscendo dal pantano dottrinale in cui si è infilato, superando le proprie presunte certezze acquisite dall'appartenere alla categoria dei devoti farisei, Gesù svela la sua identità profonda: egli è colui che dice parole di Dio. La parola che Dio ha donato al suo popolo, ora è diventata carne, azione, emozione, incontro, relazione, rapporto. Ha un nome e un volto: Gesù figlio di Giuseppe. Quanto poco conosciamo le parole di Gesù! Quanti cristiani incontro impregnati di pie devozioni, che mandano preghiere e giaculatorie a memoria ma che non conoscono la parole di Gesù! Gli evangelisti annotano che la folla pendeva dalle labbra del Signore. Noi, invece, rischiamo di parlare di Gesù per sentito dire, senza ascoltare, conoscere, scrutare e meditare le sue parole! Prendiamoci l'impegno, in questo tempo pasquale, di essere attenti uditori della parole del Maestro, di interrogarci e di chiedere se non capiamo. Quanto più la nostra Chiesa avrà il coraggio di tornare al vangelo nudo e crudo, tanto più sarà evidente che abbiamo a che fare col Nazareno... |