Omelia (24-04-2009)
Paolo Curtaz


Il miracolo della moltiplicazione dei pani è il più eclatante dei segni di Gesù: tutti gli evangelisti ne parlano in abbondanza. Solo Giovanni, però, ha il coraggio di dire la verità: quel miracolo ha segnato l'inizio della fine di Gesù. Gesù immaginava che la folla fosse pronta per accogliere quella provocazione, fosse matura per capirne il significato profondo e destabilizzante: basta condividere quel poco che abbiamo per sfamare una folla immensa... Macché. La folla ha capito l'esatto contrario: Dio ci sfama gratis, senza fatica, bravo, un applauso, continueremo a votarlo nel secoli dei secoli. Il gesto del ragazzo che offre la merenda (Giovanni è l'unico che ci racconta che Dio ha bisogno ancora della generosità di un adolescente dopo Davide e Maria!) è uno dei più fecondi e profetici dell'intero vangelo. Anche a me capita di restare interdetto davanti alle troppe ingiustizie, alle troppe fatiche che vedo nel mondo. E, invece, di lamentarmi al cospetto di Dio, egli mi invita a mettermi in gioco, ad osare, a mettermi in gioco. Alla fine del segno Gesù fugge la folla che lo vuole fare re. È profondamente turbato e nelle pagine che seguiranno, l'incomprensione con la folla e i suoi discepoli giungerà alla rottura. Ma è mai possibile che non riusciamo a farci trattarci da adulti da Dio?