Omelia (03-05-2009)
Paolo Curtaz


Gesù risorto dice di essere l'unico pastore che mi ama, che mi conosce e mi valorizza. Gli altri padroni sono mercenari, mi amano per avere un tornaconto. Noi, suoi discepoli, siamo chiamati ad amare tutti così: senza tornaconto...

Chi conduce la nostra vita? Chi è il pastore della nostra vita? Nella logica del tornaconto, i nostri oratori e le nostre proposte saranno sempre perdenti rispetto alla squadra di calcio o la polisportiva di sci, se non per una cosa: ad un allenatore vai bene solo se diventi un campione. A me i ragazzi stanno a cuore anche se sono incapaci e inabili a fare qualunque cosa. Dio ci ama gratis, quando lo capiremo? Non ci ama perché siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni. Il suo amore senza condizioni è vero e serio: Gesù sceglie di donare la sua vita, non vi è costretto, lo desidera e lo fa', perché davvero mi ama...Anche noi, a sua immagine, siamo chiamati ad amare, a dire ai fratelli che non credono quale è il vero volto di Dio, ad allontanare i mercenari che ci considerano validi solo se produciamo o consumiamo. Vivere da pecore (non da pecoroni!) significa prendere sul serio le parole di Gesù, riferirsi a lui nelle scelte quotidiane, amare e amarci come lui ci ha chiesto, insomma vivere da risorti, da salvati. Non si tratta di salvare il mondo, il mondo è già salvo, si tratta ci creare delle zone franche, degli spazi di verità nelle nostre città isteriche in cui ognuno sia.