Omelia (05-05-2009) |
Paolo Curtaz |
Ci sono dei momenti nella vita in cui dimoriamo nella tenebra più fitta e non avvertiamo più la presenza di Dio. Dio c'è, ma è lontano, Cristo ci ama, certo, ma sembra occupato a fare tutt'altro. E quei momenti possono anche prolungarsi nel tempo, mettendo a durissima prova la nostra fede. Proprio allora dobbiamo fare memoria della parola di oggi. Gesù ci dice: nessuno ti rapirà dalla mia mano. Nessuno e niente. Non gli eventi della vita, non la malattia o la depressione, non il tuo limite e il peccato. Nulla. Non siamo persi, se ascoltiamo la voce del pastore, se abbiamo la forza di restare incollati alla presenza del Maestro, se dimoriamo fiduciosi alla sua luce. Ci aiuta sapere che anche i grandi santi (tutti!) hanno attraversato momenti di fatica e di tenebra, alcuni per lunghi periodi. Il Signore permette che siamo messi alla prova (dalla vita, mai da Dio!) per rafforzare la nostra fede o, forse, semplicemente, perché fa parte della vita. Animo, discepoli del risorto che, come Pietro, come Tommaso, ancora dovete convertirvi alla gioia, animo! Nulla ci rapirà dalla sua mano! Possiamo essere fragili e infedeli ma lui, il Signore, ci ama senza cedimenti. |