Omelia (11-05-2009)
Paolo Curtaz


Il Signore si rivela solo a pochi discepoli, all'inizio, perché essi portino la Parola ad ogni uomo. E chi accoglie la Parola e la vive, dimostra di avere scoperto la misura dell'amore di Dio. Il discorso che Gesù fa a Giuda non fa una piega, se non che ci mette nei pasticci. Giuda, probabilmente, sente il peso della responsabilità o, molto più realisticamente, si chiede, come spesso mi chiedo anch'io, se la fede non sia destinata ad alcuni individui particolarmente sensibili alla sfera religiosa. Il dubbio di essere un po' strano a me viene, sinceramente, e sono ben contento di essere rassicurato da Signore. Alcune persone fanno una fortissima esperienza di Dio, non per fare i mistici o i devoti, ma per diventare testimoni e annunciatori. Il problema è che siamo fragili e incoerenti ed anche il discepolo più credibile rischia di inciampare nel proprio limite. Fossimo capaci di dissetarci all'acqua fresca della Parola senza badare alla ruggine del rubinetto! San Paolo, grandissimo, rischia di essere divinizzato a causa della guarigione di un malato, ma con molta verità e umiltà, non abusa del suo dono e riconduce tutti a Dio.