Omelia (12-05-2009) |
Paolo Curtaz |
Bisogna attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio. Lo sa Paolo che è appena stato lapidato, lo sanno i discepoli, lo sappiamo noi. Le difficoltà della vita, di salute, le incomprensioni famigliari, la consapevolezza del proprio limite, in certi momenti, ci tolgono il fiato, ci scoraggiano, appesantiscono il nostro cammino di liberazione. E Gesù (prossimo alla morte!) ci rassicura e ci dona la sua pace. Una pace che non è assenza di conflitto (al discepolo il dolore non è evitato) ma certezza di una presenza e di un Amore fedele e immutabile. Se dimoriamo in questa pace, se vi attingiamo continuamente, possiamo fare esperienza della forza che ci deriva dallo Spirito Santo. È commovente vedere come Paolo, pur duramente provato dall'ostilità dei giudei alla sua predicazione, torna sui propri passi e raggiunge le comunità da lui fondate per rianimarle. Non solo: provvede a nominare dei responsabili che hanno il compito di seguire e far crescere le comunità: i presbiteri e vescovi. La Chiesa, che dimora nella pace del Maestro, è chiamata a rianimare e ad incoraggiare i discepoli, non a tediarli e ad appesantirli con fardelli e regole! |