Omelia (21-05-2009)
Paolo Curtaz


«Non temere (...) c'è per me un popolo numeroso in questa città!» dice il Signore Gesù ad un Paolo scoraggiato, appena rifiutato dagli ebrei di Corinto. E, in effetti, il sogno di Paolo lo farà restare per sei mesi a Corinto per fondare una splendida comunità. Gesù lo dice ai suoi nel discorso dopo l'ultima cena: la sua assenza suscita tristezza nel cuore dei discepoli ma, come dicevamo qualche giorno fa', è invece la straordinaria occasione di fare esperienza della sua presenza in altro modo. Paolo, a Corinto, opera una svolta strategica: vistosi rifiutato per l'ennesima volta dai suoi confratelli ebrei (ma quanto stava antipatico!), si rivolgerà solo ai pagani (meglio per noi!). Quante volte, davanti ad un fallimento, pensiamo che sia tutto sbagliato, tutto fallito, tutto negativo. Anche nelle parrocchie o nei movimenti: un cambio di parroco, un'incomprensione, un evento tragico ci gettano nello sconforto... Pensiamo forse che il braccio del Signore si sia raccorciato? Che la sua potenza sia limitata? L'evento traumatico e doloroso del fallimento di Paolo diventa l'opportunità per lo Spirito di spingerlo verso nuovi orizzonti. Non temiamo, siamo un popolo numeroso nella nostra città!