Omelia (13-06-2009)
Paolo Curtaz


Non giurare per non spergiurare. Il valore dell'autorevolezza, il tirare in ballo Dio (o i figli o l'onore) non serve a niente, dice Gesù. Il discepolo è chiamato ad essere trasparente, anche a costo di essere rompiscatole. In un mondo fatto di esteriorità e di apparenza, i discepoli sono chiamati ad essere veri, a mettersi in gioco, a crescere nella luce della presenza di Dio. Questo non significa farsi divorare dagli altri, o manipolare, non tutti devono sapere tutto, non diamo le perle ai porci! Ma essere corretti, sì, costi quel che costi. In un mondo di furbetti e di opportunisti, i discepoli del Nazareno cercano di dire "sì" quando è "si" e "no" quando è "no", senza ambiguità, senza opportunismi. E questo, lo vediamo!, significa passare dalla parte di coloro che sono giudicati poco moderni o poco aperti di vedute. La Chiesa è fedele al vangelo, non alla moda, è fedele all'uomo, non all'opinione, anche se la chiarezza, a volte, viene fatta pagare a caro prezzo. Viviamo la nostra giornata nella più totale autenticità di sentimenti e di pensieri, sapendo che la nostra dignità di figli di Dio vale più di ogni riconoscimento del mondo, di ogni applauso.