Omelia (14-06-2009) |
Paolo Curtaz |
Oggi celebriamo il Mistero della presenza reale, concreta, attuale, salvifica di Cristo nell'Eucarestia: il Rabbì si rende accessibile, incontrabile, si fa pane del cammino, diventa cibo per l'uomo stremato. Rabbrividisco, alle volte, di fronte alla poca fede mia e delle nostre comunità. Ho paura, rileggendo, le parabole di Gesù sul popolo di Israele che non riconosce il Messia, troppo barricato dietro ai propri luoghi comuni. Il problema è semplice: la nostra fede è poca, ridotta al lumicino. E allora la Messa è peso, fatica, incomprensione. Certo, anche i sacerdoti hanno una grave responsabilità, quella di mettere loro meglio per rendere la celebrazione luogo dell'incontro. Ma, fatto il possibile, in collaborazione reale con l'assemblea, il problema diventa semplicemente la fede: accogliere con stupore, celebrare con verità l'Eucarestia. Se è così, l''Eucarestia diventerà il centro della settimana, la Parola celebrata ritornerà in mente durante il lavoro e lo studio. E l'incontro con Cristo Eucarestia, con questo corpo dato, mi cambierà inesorabilmente il modo di vivere, di pensare, di amare. È vero: c'é gente che fa il bene senza bisogno di andare a Messa, ma per me cristiano il Bene deriva dall'incontro con Cristo. È vero che la preghiera può essere personale, ma l'incontro della comunità ci fa sentire ed essere Chiesa. Non lasciamo cadere il dono più prezioso che ci ha lasciato il Signore! |