Omelia (15-06-2009)
Paolo Curtaz


Questi pochi versetti di Matteo del discorso della montagna di Gesù mi hanno (da) sempre convinto della verità del vangelo. Nessuna persona sana di mente si sognerebbe di inventarsi una cosa del genere, se volesse fondare una nuova religione. Non è umano, non è possibile, è irrealizzabile (impossibile?) prendere alla lettera questa pagina. Eppure... Gesù osa, sfida, alza il tiro, giunge al paradosso: l'amore verso il Padre, la logica del Regno può, davvero, produrre l'impossibile. E così è accaduto, lungo i secoli, dove cristiani hanno osato il vangelo, mettendo in crisi, col proprio comportamento, i luoghi comuni, le prassi acquisite, le leggi della natura. Persone che hanno donato la vita per i persecutori, perseguitati che hanno acceso fiammelle di luce e di speranza nel delirio della coscienza... Attenti, però, a non cadere in un pericoloso lassismo, in un vuoto vittimismo, è un comportamento virile e adulto quello che Gesù chiede. Quando riceverà uno schiaffo dal soldato, durante il processo in Giovanni, Gesù chiederà: «Perché mi schiaffeggi?», senza porgere l'altra guancia!