Omelia (17-06-2009) |
Paolo Curtaz |
Elemosina, preghiera, digiuno. Il Signore, nel suo impegnativo discorso della montagna, vola sempre più alto, e raggiunge i nervi scoperti delle opere religiose, delle devozioni, per smascherarne la potenziale ipocrisia, per restituirle ad un cuore rinnovato. L'elemosina (sempre più rara in questo ricco mondo egoista!) è l'azione di un cuore che ha scoperto che tutto gli è donato, e vede il povero accanto a sé. La preghiera è il respiro del discepolo che cerca Dio nella verità, che fugge l'ostentazione, che è allergico alla cerimonia, che non ama l'apparenza ma la sostanza. Il digiuno è l'esercizio della condivisione della fame con chi non la sceglie, la volontà di essenzialità in un mondo che esalta il superfluo. Gesù denuncia i rischi, di ieri e di oggi, di vivere il proprio rapporto con Dio portando nella sfera religiosa tutti i difetti del nostro uomo vecchio, semplicemente cambiati d'abito. Esiste un orgoglio e un'arroganza spirituale più pericolosa di quella mondana, perché pensiamo che ci derivi da Dio. Gesù ci riporta all'autenticità, alla verità con noi stessi e con Dio, chiedendoci un'intensigenza interiore assoluta, come Gesù stesso, per primo, ha saputo vivere... |