Omelia (20-06-2009)
Paolo Curtaz


Ieri abbiamo celebrato l'ampiezza del cuore di Gesù, la misura senza misura del suo amore, la sua impressionante compassione e tenerezza. È il cuore di Cristo, il dono di sé che egli ha voluto fare, che ci svela il vero volto del Padre. E della madre. Senza scivolare troppo nel sentimentalismo, è vero che quando incontriamo delle persone in gamba, spesso ci accorgiamo che, alle loro spalle, ci sono famiglie solide, persone significative, eventi fondanti. Così la devozione popolare ha voluto, all'indomani della festa dell'amore di Cristo, fare memoria dell'amore di Maria. Un amore che passa anche attraverso l'esperienza della croce, come ci ricorda la tetra profezia di Simeone, oggi. Maria si è fidata di Dio, gli ha dato un corpo per nascere, ha consacrato l'interezza della sua vita e dei suoi affetti all'annuncio del Regno. Ha reso possibile la missione di Gesù, l'ha assecondata, motivata, incoraggiata. Fino al Calvario. Lì, sotto la croce dove la madre "sta", come annota Giovanni, Maria ha compiuto il più grande atto di fede della storia: credere di non essersi clamorosamente sbagliata. Grazie madre, per il dono del figlio, grazie per la tua grande fede. Insegnaci ad amare.