Omelia (26-06-2009) |
Paolo Curtaz |
Stupisce, e non poco, l'ammonimento di Gesù, fatto qui e altrove, a non divulgare la notizia delle guarigioni, in questo caso strabiliante, dalle malattie. Gli studiosi lo chiamano "segreto messianico", ed è un po' il leit motiv del vangelo di Marco, presente anche qui in Matteo. Gesù non ama i protagonismi, non vuole essere scambiato per un guru o un guaritore, non ama la pubblicità, diffida dall'idolatria delle folle, dai deliri religiosi di tutti i tempi,. Anzi: Gesù, a dirla tutta, non ama neppure i miracoli, perché sa che sono manipolabili, male interpretabili. Ma la sua volontà di salvezza è totale, egli vuole guarire il lebbroso, ma, una volta guarito, gli chiede di seguire il consueto iter di riammissione nella comunità attraverso il potere religioso che Gesù, nelle parole e nei fatti, mette in radicale discussione. Gesù non è un anarchico, egli ama l'uomo, ne prova compassione, brama la salvezza per ogni persona ferita e piagata, va all'essenziale. Gesù cambia le regole dal di dentro, riportandole alla propria origine, alla verità di ciò che sono in origine. La guarigione è segno del Regno che avanza, della luce che prevale sulle tenebre, della fine di ogni ombra... |