Omelia (07-07-2009)
Paolo Curtaz


La folla è stupita, non sta più nella pelle, i miracoli si susseguono, le parole del falegname di Nazareth incantano e scaldano, scuotono e accarezzano, convertono e risanano. La folla lo ama, perché si sente amata, accolta, capita. Com'è diverso il Dio che Gesù racconta dal Dio severo e intransigente presentato dai farisei e dagli scribi! Com'è liberante la sua opera, la sua azione, il suo volto di Dio! La folla si sente amata, e lo è: Gesù dona tutto se stesso, non si risparmia per portare ovunque il Regno, ovunque la Buona Novella del Regno. Ama la folla, ne sente compassione, non la giudica, ma assiste. La folla è e ancora resta come pecore senza pastore, fragili, senza riferimenti, senza salvezza. Gesù chiede operai per la messe, ha bisogno di aiuti, di altri che, come lui, siano consolatori, si facciano accanto. Gesù sogna la Chiesa, una comunità di persone che, con amore e passione, con compassione e tenerezza, proclami il Regno di Dio. Preghiamo ancora il padrone della messe che ci faccia discepoli secondo il suo cuore. Impegniamoci, in questa giornata, ad essere il volto compassionevole del Signore per le persone che incontreremo!