Omelia (10-07-2009)
Paolo Curtaz


Annunciare il Regno significa fare i conti con l'ostilità di chi non vuole avere a che fare con Dio o con la verità o con la bontà d'animo. Gesù lo mette in conto: prevede, per i suoi discepoli, ostilità e contraddizioni, quando non vere e proprie persecuzioni. Sembra di poter leggere, fra le righe dell'invito riportato da Matteo, la lacerazione presente nelle famiglie delle comunità di Gerusalemme cui, probabilmente, lo scriba diventato discepolo indirizza il suo scritto: dopo la caduta del tempio, l'ostilità da parte del giudaismo ufficiale verso i seguaci del Nazareno, diventa palpabile, al punto da creare divisioni all'interno delle famiglie. Ma, a tutti, il Signore chiede di essere semplici come colombe e prudenti come serpenti. Troppo spesso, però, la storia ci consegna una Chiesa semplice come i serpenti... E invece di essere pecore in mezzo ai lupi, molti cristiani hanno preferito essere lupacchiotti, in attesa che i lupi diventassero pecore. No, amici, o il vangelo è vero o stiamo perdendo tempo inutilmente: proviamo, oggi, ed essere persone pacificati che vedono il positivo in sé e negli altri, agnelli e colombe, non fessi, capaci di dire con la propria vita che si può vivere diversamente.