Omelia (13-07-2009)
Paolo Curtaz


Gesù conclude il lungo discorso di invio dei discepoli richiamando l'essenziale. E, quando Gesù richiama l'essenziale, bisogna tenersi ai braccioli. La famosa (e male interpretata!) affermazione al cuore del vangelo di oggi dice l'essenziale del messaggio cristiano: Gesù è più grande della più grande gioia che possiamo sperimentare. Più dell'amore di una donna/di un uomo, più della gioia di diventare padre/madre, più di ogni bene o avventura, o emozione, Gesù pretende di colmare il cuore di ogni discepolo. Per fare quest'esperienza Gesù ci chiede di metterci interamente in gioco, di essere disposti a perderci in lui. La tristemente famosa croce da portare, non consiste in qualche sofferenza terribile che ci può capitare, ma in uno stile di vita di chi, come Gesù, è disposto a donare la propria vita. È come se Gesù dicesse: solo donando la tua vita come me puoi fare esperienza di quanto io ti possa amare! Sfida impegnativa, la sua, ma ricca di conseguenze. Se proprio non riusciamo a donare tutta la nostra vita, a portare la croce dell'abbandono al Padre, cerchiamo almeno, in questa giornata, di vivere la provocazione di Gesù che ci dice di poter diventare più grande della più grande gioia che possiamo vivere...