Omelia (18-07-2009)
Paolo Curtaz


Vogliono tenere un consiglio contro Gesù, i farisei. Sono turbati dalla sua libertà interiore, vedono che la gente, pericolosamente, lo segue. Gesù, allora, si fa prudente. Continua a guarire, come potrebbe fare diversamente!, ma con maggiore cautela, chiedendo ai guariti di non diffondere la notizia. Matteo, il pubblicano divenuto discepolo, non nasconde la sua ammirazione e cita Isaia: davvero Gesù è il servo di Jahwé mansueto, che non spezza la canna incrinata, che non spegne la fiamma smorta. E lo fa per proclamare il diritto. Buffo: i farisei pensano che Gesù sia un trasgressore, un bestemmiatore, un lassista. Isaia pensa, invece, che la compassione e la mitezza siano i tratti distintivi del Messia. Teniamolo bene a mente quando, nella nostra Chiesa, invochiamo maggiore serietà, incrollabile coerenza, rispetto delle regole. Ricordiamoci, come annota argutamente il grandissimo san Francesco di Sales, che si prendono più mosche con una sola goccia di miele, che non con un barile di aceto. Siano la compassione, la comprensione, l'accoglienza, la bonomia, il sorriso, le virtù che coltiviamo in noi stessi. Non è con la ragione che si convertono gli altri, na con la bontà del cuore!