Omelia (24-07-2009) |
Paolo Curtaz |
Intendiamo la parabola del seminatore, cerchiamo di capirla in profondità, non affrontiamo la Parola con superficialità. Quando vedo come i cristiani (gli altri, non voi), accolgono la Parola durante la celebrazione domenicale, mi si stringe il cuore... Ma, leggendo questo brano, riprendo vigore: anche Gesù ha dovuto prendere da parte i suoi dodici per spiegare il significato profondo della parabola! È esperienza di tutti: malgrado la nostra buona volontà, corriamo il rischio di dimenticare la Parola, colpa, anche, del demonio, dice il Signore, che viene e porta via il seme appena gettato dal seminatore. Cerchiamo, allora, di far fruttificare la Parola, senza lasciarla soffocare dalle tante preoccupazione e senza farla diventare la moda di un periodo mistico della nostra vita. Come? Lo strumento che abbiamo in mano è un buon inizio: la lettura attenta delle letture del giorno, una piccola meditazione, l'apertura alla preghiera in comunione con tutta la Chiesa, l'approfondimento culturale della Bibbia ci aiutano, giorno dopo giorno, a crescere nella consapevolezza che la Parola non è solo pia esortazione, o santa devozione da aggiungere alle nostre preghiere, ma l'origine e il nutrimento della nostra fede... |