Omelia (30-07-2009)
Paolo Curtaz


Oggi troviamo ancora il tema della pazienza, e ci è chiesto di imitare il gesto del pescatore che, dopo avere pescato, sa scegliere dalla sua rete i pesci buoni da quelli immangiabili. Come con la parabola della zizzania, il Signore ci richiama fortemente ad avere pazienza con noi stessi e con i nostri fratelli. E suggerisce di imitare il buon padre di famiglia che non butta via nulla, ma che sa usare cose vecchie e cose nuove per il bene dei suoi cari. Anche noi, come scribi, studiosi della Parola, possiamo far dialogare le cose vecchie (le esperienze della nostra vita, la nostra spiritualità, le nostre tradizioni) con le cose nuove (l'esigenza di rendere vivo il vangelo, le novità nella liturgia e nella pastorale, il mondo che evolve...). Il discepolo non congela il vangelo, ma lo mette continuamente in dialogo con la modernità, senza chiusure, senza arroccamenti, ma con intelligenza e apertura dell'anima. Chiediamo al Signore di donare alla sua Chiesa uomini e donne talmente ancorati in lui e talmente equilibrati, da riuscire a conservare la fede senza imbalsamarla, e a proporre cose nuove senza che siano delle novità che corrono dietro alle ultime mode...