Omelia (31-07-2009)
Paolo Curtaz


Prega con noi, oggi, il grande Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, i Gesuiti, che, in pieno Cinquecento, hanno portato una ventata di passione alla Chiesa e l'hanno spinta verso gli estremi confini della terra conosciuta.

È diventata proverbiale l'affermazione di Gesù: nessuno è profeta nella sua patria. E, purtroppo, ancora troppo spesso, è vera. Persone di valore, anche in ambito scientifico o culturale, devono andarsene dal nostro paese che non sa valorizzare le genialità di casa propria. Ma anche nella Chiesa corriamo il rischio di non vedere le persone disponibili che, magari, non sono così pronte a rendersi visibili nelle parrocchie. E quante volte le intuizioni di grandi uomini nello Spirito sono state viste come stranezze incomprensibili, se non pericolose? E, infine, non succede la stessa cosa nelle nostre famiglie? Quant'è difficile accettare una correzione da una moglie! O un consiglio da un padre! Corriamo il rischio di banalizzare le persone che ci stanno accanto: sappiamo tutto di loro, cos'hanno da dirci? E, così, ci perdiamo una rivelazione, un aiuto, un sostegno, perché ci giunge dalla bocca di persone di cui conosciamo ogni singolo difetto. Gesù stesso sperimenta l'ottusità del rifiuto di chi si sente superiore, di chi crede di conoscere, di sapere e, perciò, non ascolta. Viviamo, in questa giornata, nella consapevolezza che il Signore ci raggiunge attraverso le persone che ci stanno accanto...