Omelia (10-08-2009) |
Paolo Curtaz |
Prega per noi, oggi, il martire Lorenzo, diacono della chiesa di Roma che ha donato la sua vita per Cristo e per i fratelli. Il suo amore ha illuminato la storia della Chiesa... Il chicco di grano caduto in terra che muore per portare frutto è Gesù stesso, turbato dall'arrivo di Filippo che gli chiede di vedere dei greci, misterioso segno, per Gesù, che ormai la sua opera è compiuta. E, dopo di lui, migliaia di uomini e donne l'hanno seguito nel dono di sé fino allo spargimento di sangue. Uomini e donne come noi, né eroi, né fanatici, amanti della vita, come noi, ma non disposti a rinnegare la propria fede e, perciò, consapevoli che Cristo vale più della vita. Uomini e donne del passato, ma anche del presente recente. Studi recenti ci dicono che, dall'origine del cristianesimo ad oggi, quaranta milioni di cristiani sono stati uccisi ma, di questi, venticinque milioni nel "luminoso" ventesimo secolo! Nei gulag sovietici, nei campi nazisti, nelle foreste africane, milioni di uomini e donne hanno donato il proprio seme per la rinascita di un mondo pacificato. Tertulliano, un padre della Chiesa, diceva che il sangue dei martiri è semenza per i nuovi cristiani. Noi, discepoli da poltrona e pantofole, dobbiamo la nostra fede alla testimonianza di fratelli e sorelle che, come Lorenzo, hanno dato tutta la loro vita per il Regno. |