Omelia (11-08-2009)
Paolo Curtaz


I piccoli sono al centro dell'opera di Gesù. I bambini anzitutto, considerati, ai suoi tempi, come dei non-ancora-uomini e, perciò, spesso trattati con durezza. Ancora oggi, in alcune culture primitive, il bambino è proprietà dei genitori e, come tale, può essere ceduto per lavorare. In questi orribili tempi di mancanza di rispetto dell'infanzia (la pedofilia!), Gesù richiama tutti al compito di tutelare i bambini e la loro sensibilità e la Chiesa deve essere inflessibile nel proteggere i piccoli. Gesù parla anche dei piccoli che sono gli sconfitti della Storia, i perdenti, i dimenticati della nostra società aggressiva e violenta. E dei piccoli che siamo noi, carnefici e vittime delle nostre scelte, dei nostri errori, delle nostre fragilità. Il Signore ci prende e ci porta sulle proprie spalle, ci raccoglie, prova più gioia per uno "perso" che per novantanove giusti che passano il tempo a specchiarsi nelle proprie qualità, anche religiose. Affidiamoci a colui che ci ama profondamente, che non smette di cercarci e di vegliare su di noi, che ci porta rispetto e ci restituisce continuamente la dignità che noi stessi o gli altri infangano...