Omelia (17-08-2009)
Paolo Curtaz


Il giovane ricco ci tiene a far vedere che è un bravo ragazzo. Vuole essere "buono" e Gesù gli replica che uno solo è buono: è inutile cercare di imitare Dio, dannoso pensare di salvarsi con le proprie forze, ambiguo, volere acquisire meriti al cospetto di Dio. Ma, se proprio ci tiene ad essere vivo, ad entrare nella vita vera, può osservare i comandamenti. Buffo: molti pensano che osservare i comandamenti sia una condanna a morte, Gesù li indica come percorso per la vita! Il giovane, con onestà e il cuore puro, ammette di averli sempre seguiti, di essere trasparente, al cospetto di Dio. Gesù, allora, lo invita a fare un salto, a liberarsi di tutte le sue ricchezze, ad andare all'essenziale, ed egli se ne va, triste. Quando seguiamo il Signore con tutte le nostre forze, con passione e forza, quando ci sforziamo, senza eccessi, di fare la sua volontà, il Signore ci propone la spogliazione interiore. Non è necessario lasciare tutto ed entrare in clausura! Ma fare una scelta di essenzialità, di sobrietà, di condivisione, sì. Il possesso può davvero distrarci dall'essenziale, portarci su di una strada di confusione e di preoccupazioni da cui il Signore ci invita a stare lontani...