Omelia (18-09-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 7,31-35 Gesù è un mangione e un beone, così lontano dallo stereotipo dell'uomo di fede, dell'asceta macerato dalle penitenze! La gente è turbata da questo profeta inusuale, che non esita a frequentare i festini dei pubblicani e a godere del buon cibo che gli viene offerto. Gesù non vive un rancido e sospetto moralismo che identifica nella penitenza uno stile di vita religioso e devoto, lui va oltre, come sempre. La festa che celebra è segno del banchetto del Regno, la festa di Matteo il pubblicano e di Zaccheo sono il segno della logica di Dio che guarda i cuori e non le apparenze. Che bello essere discepoli di un Maestro che gode delle sane gioie della vita! Com'è distante questa, dalla visione un po' tenebrosa del cristianesimo che alle volte diamo, come se le gioie della vita fossero da evitare piuttosto che da vivere nella lode al Signore. Verrà il momento in cui le gioie ci verranno tolte dalla vita, ma ricordiamoci sempre che il Signore Dio ci chiederà conto di tutte le gioie che non avremo vissuto... Oggi, inoltre, siamo invitati ad avere quell'atteggiamento splendidamente cristiano che è la gioia dell'accogliere gli eventi, belli o brutti che siano, a saperci accontentare, non come una rinuncia, ma come una logica che non sempre riusciamo a cogliere, ma che è bella chiara davanti a Dio. Anche noi, come i bambini della parabola viviamo da insoddisfatti, sempre pronti a lamentarci di ciò che Dio fa o non fa per noi. Lasciamo stare questi infantilismi e stupiamoci, piuttosto, del fatto che Dio pasteggia con noi peccatori, che la nostra vita di fede guardi a Lui più che a noi, e che diventiamo capaci di gioire perché lo sposo è con noi. Lasciamo perdere, oggi, questa visione dolorante della fede, lasciamo che sia la gioia dell'amico dello sposo ad emergere... Sì, Signore, alle volte siamo infantili e scostanti, sempre insoddisfatti di noi, di Te, della nostra vita. Facci alzare lo sguardo dalle nostre commiserazioni, e facci gioire del fatto che tu sei con noi peccatori a far festa, Signore sposo dell'umanità! |