Omelia (30-08-2009)
Paolo Curtaz


Gesù se la prende con i farisei, i buoni ebrei devoti suoi contemporanei, gli ultras della fede, i migliori, che lo accusano di non osservare scrupolose norme rituali prima del pranzo. Da qui parte per una feroce riflessione sull'essenziale.

Gesù approfitta della provocazione per inquadrare la situazione: andate all'essenziale, ipocriti, è inutile osservare piccole scrupolose norme scordandosi la misericordia! Gesù lo sottolinea: i farisei si impegolano in piccole cose rituali trascurando l'essenziale, filtrano il moscerino e ingoiano il cammello. È l'impressione che ricavo quando esco dal confessionale. Nella hit parade dei peccati confessati trovo l'assenza periodica alla Messa seguita da qualche parolaccia e dalla dimenticanza della preghiera del mattino e della sera. Fine. E resto sgomento. Ma allora, scusate: l'indifferenza, il giudizio, le piccole disonestà, gli arrivismi, i dispetti, la disperazione da dove vengono? Le antipatie, le violenze verbali, le insofferenze da dove nascono? Dagli altri, mi direte! Come vorrei poterlo credere! Il mio triste sospetto è che ancora una volta abbiamo ingabbiato Gesù e la nostra fede in una serie di minime prescrizioni rituali lasciando perdere l'essenziale. Quante poche volte sento persone che si dispiacciono di non amare a sufficienza, che si accusano di ritenere la Messa un dovere e non una festa, di rodersi perché poco disponibili al fratello, di sospirare perché svogliati nella corsa alla generosità!