Omelia (31-08-2009)
Paolo Curtaz


Gesù torna a Nazareth, e tutti si aspettano che faccia qualche bel miracolo, come ha fatto nelle alte città. D'altronde, come biasimarli? Gesù è conosciuto all'estero, e la sua fama è arrivata fino alla sua città di origine. Perché non soddisfare qualche loro leggitttima curiosità? E Gesù li accontenta, ma non come vorrebbero. Si aspettano un miracolo e ricevono una meditazione sulla Parola! Meglio: un'interpretazione degli eventi alla luce della Parola! Non sono molto soddisfatti, I suoi concittadini, anzi, sono proprio furiosi: chi si crede di essere il Figlio del falegname? E, così, non accettano la ua predicazione, è troppo dimesso il suo modo di procedere, troppo banale questo Messia casareccio. Non succede così anche a noi? Quando Gesù ci dice qualcosa che non ci garba, non vorremmo gettarlo giù dalla rupe? Stiamo attenti a non costruirci una fede a nostra immagine e somiglianza. A non pretendere che Dio dica, guarda un po', cose che ci giustificano. E impariamo a riconoscere i profeti in casa nostra, anche se ne conosciamo i difetti e i limiti, anche se pensiamo di sapere già tutto di loro. Il rischio è quello di perdersi Dio...