Omelia (04-09-2009)
Paolo Curtaz


Gesù non sembra proprio un profeta e glielo si fa notare: si comporta liberamente nei confronti delle prescrizioni rituali, non digiuna come il Battista, anzi è accusato di frequentare i salotti dei ricchi e dei pubblicani e di essere un gaudente, un mangione e un beone. Gesù non appare come un uomo religioso e devoto come ce lo immaginiamo, anzi... Quanto inganna l'apparenza! Gesù è libero interiormente, anche dallo stereotipo del pio israelita di ieri e di oggi. Lui, che pure vede Dio faccia faccia, è, nel contempo, un uomo concreto, saldamente realista, un uomo che sa emozionarsi, che si compromette. I suoi interlocutori ragionano in maniera antiquata, schematica, secondo la tradizione che Gesù recupera e supera: il vino nuovo del vangelo va contenuto in botti nuove, perché la novità può spaccare vecchi meccanismi. Ma quanto è duro abbandonare ciò che si conosce per qualcosa di nuovo! Si sa che il vino vecchio è migliore!, pensano tutti. E se, invece, si fosse inacidito? Gioiamo, oggi, perché lo sposo è con noi, perché la fede è luce e danza, non mortificazione ma vivificazione.