Omelia (09-09-2009)
Paolo Curtaz


Le beatitudini in Luca, diversamente che in Matteo, hanno alcune differenze che saltano subito agli occhi: invece delle consuete otto beatitudini, Luca le riduce a quattro, inserendo, però, quattro "guai" che lasciano di sale, soprattutto perché scritte dall'apostolo della misericordia! Leggendo attentamente, però, scopriamo la ragione di tanta durezza: Gesù si rivolge alle persone che ha di fronte, ai casi concreti, dice "voi". Ha davanti a sé poveri e malati e storpi e, alzando lo sguardo, appena sopra la folla, guarda oltre le colline, a Gerusalemme, dove i ricchi e i gaudenti opprimono l'orfano e la vedova. Nella Bibbia l'idea è chiara: la ricchezza è dono di Dio, ma la povertà è causa del ricco! Gesù non è un classista: fra i suoi amici troviamo numerose persone ricche, come Giuseppe di Arimatea e lo stesso Matteo, ma sa che la ricchezza può essere un inganno, perché promette ciò che non riesce a mantenere. Gesù proclama beati i poveri perché il Signore non dona secondo giustizia ma secondo le proprie necessità: i poveri, perciò, sperimentano una maggiore vicinanza di Dio.