Omelia (10-09-2009)
Paolo Curtaz


Luca amplia il discorso della montagna di Matteo e propone, ai discepoli del Signore, una misura di santità che mette i brividi, amare i propri nemici, perdonare, donare senza condizione: tutto ciò manifesta la nostra appartenenza al Signore. Non è, però, il frutto di uno sforzo, una sorta di supereroismo spirituale: la morale cristiana senza Cristo è immorale! Possiamo perdonare perché perdonati, possiamo donare ciò che abbiamo abbondantemente ricevuto, possiamo amare perché, noi per primi, siamo amati dal Signore Gesù. Luca, poi, si permette di correggere il suo collega che conclude il discorso scrivendo: siate perfetti come il Padre. Luca, invece, scrive: siate misericordiosi come il Padre. La perfezione di Dio non è un'asettica situazione di correttezza morale, affatto. La perfezione di Dio consiste nella sua infinita misericordia, nella sua pazienza illimitata, nel suo amare senza condizioni e senza misura. Perciò possiamo, sfiorando il paradosso, partecipare alla sua santità, che non consiste nel non fare errori, ma nel farli per eccesso d'amore.