Omelia (20-09-2002)
Paolo Curtaz
Commento Luca 8,1-3

Non fosse per Luca, non sapremmo della notizia che riporta quasi distrattamente, tra un miracolo e l'altro: dunque, insieme a Gesù e ai dodici, un gruppo di donne li seguiva e li assisteva. Me le vedo queste donne così diverse trafficare e organizzare le cose pratiche del Maestro, procurare il cibo, sistemare i giacigli, spargere la voce nei villaggi... Un'annotazione a margine che svela l'inaudita modernità del pensiero di Gesù, uomo libero, che ama attorniarsi di donne che lo aiutino. La donna, alla sua epoca, sia tra gli ebrei che tra i greci e i romani, godeva di ben poca stima e di ancor meno libertà: relegata nelle case, esclusa da ogni tipo di attività decisionale, politica o religiosa, non poteva certo seguire un Profeta! La donna poteva uscire di casa solo con un doppio velo che le copriva i capelli e una fascia che le copriva la fronte e il mento. Trasgredire a questa regola comportava il ripudio da parte del marito. I rabbini consigliavano ai pii israeliti di non intrattenersi a parlare con le donne, neppure con la propria moglie. Un luogo appartato per pregare, per le donne nel tempio, nessun tipo d'incarico politico o pubblico, una situazione non molto dissimile dai contesti culturali radicali dell'Islam odierni. Ebbene: Gesù si comporta con le donne in modo sorprendentemente moderno: non ha problemi a parlare con loro (ricordate lo stupore della Samaritana del sentirsi rivolgere la parola da un maschio ebreo?), a loro affida il messaggio della resurrezione (e in effetti, maschilisti esemplari, gli apostoli non credono loro!) e da loro si fa mantenere.
Gesù è libero e valorizza ciascuno per i suoi carismi, per i suoi doni: abbiamo ancora molta strada da fare, nella Chiesa e nella società, per guardare ad ognuno come persona, a valorizzare le caratteristiche peculiari, a evitare atteggiamenti seduttivi (del condurre a sé) per andare incontro all'altro in tutta la sua unicità.

Siamo stupiti, Maestro, della tua libertà interiore, del tuo rispetto e della tua modernità. Fa' che la Chiesa ti sia fedele nel riconoscere l'assoluta importanza della diversità, della ricchezza e della peculiarità di ciascuno, ora e nei secoli dei secoli.